Rai, nuovo inizio o occasione persa?
Sono in molti, in questi giorni, a chiedermi cosa ne penso della riduzione dei compensi alle “star” della televisione pubblica. Poche volte, in vita mia, sono stato così sicuro della risposta: Vespa, Clerici e colleghi possono dormire sonni tranquilli, senza darsi alcun pensiero.
In nome della necessità di far sopravvivere l’azienda editoriale più importante del Paese i compensi dei conduttori non saranno infatti toccati e francamente credo che anche quelli dei dirigenti, in qualche modo, finiranno con l’essere salvati.
Resterà così profondamente deluso chi, in preda ad un attacco di feroce populismo (come qualcuno recentemente l’ha definito) si immaginava già vip disperati costretti a cancellare l’ordine per la barca nuova o rinunciare al compromesso per la villa in Costa Smeralda, improvvisamente alle prese con fatture da 240 mila euro e non più da 2 milioni. Si poteva fare altrimenti? No, certo non con questi presupposti e queste modalità.
Detto questo personalmente però devo anche dire che non ritengo reale il pericolo di una fuga massiccia di “star” verso le televisioni private. Anche loro sono alle prese con bilanci disastrati e palinsesti affollati e certo non potrebbero dare ospitalità a tutti, ma solo a quelli ritenuti effettivamente strategici per gli ascolti. Una minoranza (parliamo di 3/4 conduttori) rispetto al piccolo esercito di professionisti protetti dai soliti potentissimi agenti molto ben pagati ma di cui la Rai potrebbe anche fare a meno da un giorno all’altro, risparmiando soldi e forse anche guadagnando in ascolti. Divertitevi, se lo ritenete, a fare il gioco della torre, procurandovi prima il riepilogo dei compensi di tutti coloro che conducono un programma in Rai. Sai che risate…
Finirà quindi tutto in nulla? Continuerà la Rai a strapagare un carrozzone autoreferenziale che è riuscito in questi anni ad imporre la propria volontà oltre ai propri uomini spesso a dispetto persino del buonsenso?
I segnali sono contrastanti, ma una piccola speranza che le cose possano cambiare c’è. E mi riferisco alle parole di estremo buon senso e responsabilità che in queste ore sono arrivate in particolare da due esponenti politici: dal Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli (Pd) e dal Presidente della Commissione Vigilanza Rai Roberto Fico (5 Stelle). Che invitano la Rai, in grande sintesi, a dare vita a quel rinnovamento tante volte atteso e disatteso, riducendo gli sprechi e gli stipendi spropositati ( fuori mercato perché imposti dagli agenti), utilizzando le risorse interne spesso inutilizzate e svilite a tutto vantaggio del già citato circo, introducendo finalmente lo strumento del Job posting (candidature degli interni) anche per le conduzioni dei programmi. Producendo, non da ultimo, sempre di più programmi degni del Servizio Pubblico.
In altre parole, a cambiare la Rai. Per non farla morire, questa volta davvero.
l'analisi
Non si può che essere concordi con Roberto Fico e Antonello Giacomelli: la Rai deve cambiare: basta con lo strapotere degli agenti, le risorse interne inutilizzate e gli stipendi fuori mercato
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