Più tasse per tutti
Alla fine la verità, amara come inevitabilmente finiscono con l’essere tutte le notizie tenute nascoste e rivelate per ultime, è che gli italiani pagheranno nel 2014 più tasse sulla casa che con la vecchia Imu. Proprio così: con una mano alla calcolatrice e una nelle tasche degli italiani il governo Letta, quello dei “carini e coccolosi ”, è riuscito nello scontatissimo miracolo italiano della moltiplicazione delle tasse, e ai cittadini proprietari di immobili e non sono, il 2014 porterà un bell’aggravio in termini di tributi e balzelli.
Già perché per far quadrare i conti, non sapendoli fare, non bastava il folle aumento dell’Iva proprio a ridosso del periodo natalizio, le nuove accise sui carburanti, autostrade, gas e luce: ci voleva proprio una bella manovra sulla casa e attenzione perché non è finita, il prossimo passo saranno i conti correnti e i risparmi degli italiani.
Guai però a chi si lamenta. Per Saccomanni la crisi è finita, la ripresa consolidata, il trend positivo, sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno. A proposito di tre, l’Europa lo ha già sconfessato tre volte in precedenza, per la quarta c’è ancora tempo.
Che la situazione sia ridicola non lo sottolinea solo Confindustria: Susanna Camusso, segretario della Cgil che come tutti ben sappiamo difficilmente si muove per tutelare i proprietari immobiliari, invoca pubblicamente il ritorno dell’Imu tassa odiata ma sempre meno pesante delle nuove introdotte dal governo Letta con buona pace di quei ministri berlusconiani (tra cui un ex delfino e un paio di tonni) eletti proprio promettendo l’abolizione dell’Imu e la riduzione delle tasse.
Letta, al fin libero dai “ricatti berlsconiani”, è finito dalla padella alla brace, nelle mani di Renzi, e continua a ripetere più a se stesso che agli altri che “stiamo lavorando per voi”. Chi si ricorda delle tragiche vicende di tangentopoli non può non pensare ai cantieri infiniti e ai cartelli che campeggiavano un trionfante “Stiamo lavorando per voi”. Anche se di operai al lavoro non ce n’era neppure uno.
Ci prepariamo per l’Exo 2015 (nella speranza appunto di finire in tempo le infrastrutture e di sapere anche quali contenuti offrire ai visitatori) ma per il resto del mondo siamo sempre il Paese degli spaghetti e del mandolino. L’ultimo schiaffo ci arriva dalla classifica stilata dall’Iea Istituto Europa Asia -Europe Asia Institute, secondo il quale la percezione dell’interesse a conoscere un Paese o una realtá geopolitica per la sua cultura, la sua storia, la sua lingua, la sua influenza, in rapporto alla sua offerta turistica, vede l’Italia al 34esimo posto in una lista di 55, subito dopo la Thailandia. Davvero un bel risultato per la nona potenza economica mondiale.
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