E’ uno spacciatore senegalese l’assasino di Ilaria
Uno spacciatore senegalese che da stamani era nella caserma dei carabinieri di Donoratico è stato arrestato per l’omicidio di Ilaria Leone, la ragazza trovata morta ieri in un oliveto a Castagneto. Un altro senegalese, a lungo interrogato, è stato poi rilasciato.
Ad inchiodare il presunto assassino, Ablaye Ndoye, 34 anni, senza regolare permesso di soggiorno è stata l’ultima telefonata fatta da Ilaria. Una conversazione concitata, pochi minuti prima del delitto. «Il fermato è uno spacciatore di droga e la vittima una consumatrice -ha detto il procuratore Francesco De Leo -. Contro di lui c’era un provvedimento di espulsione». E dunque non è escluso che la sera del primo maggio, la notte del delitto, l’incontro sia avvenuto per acquistare hascisc. Il presunto killer, che è stato arrestato, è un irregolare con precedenti per furto, lesioni e rissa. È stato sorpreso dai carabinieri a Donoratico in bicicletta e nel suo zaino è stato trovato il telefonino di proprietà della ragazza
Al giovane si sarebbe arrivati grazie anche alle indicazioni degli amici di Ilaria e al tracciamento del suo telefono cellulare.
“Assassino, assassino”. Così si sono rivolti alcuni amici di Ilaria Leone al giovane senegalese che stava uscendo dalla caserma insieme ai carabinieri. “Lo sapevo che era lui”, ha urlato una giovane amica della ragazza.
Secondo quanto si apprende il giovane, che uscito dalla caserma è stato fatto salire su una macchina in borghese dei carabinieri, conosceva Ilaria. Questo almeno è quanto dice Alessandro, un coetaneo della ragazza uccisa che era davanti alla caserma insieme ad altri amici della ragazza. “Usciva ogni tanto anche con noi – dice Alessandro – o meglio, non con me ma sicuramente frequentava Ilaria e altri giovani del gruppo”.
Ilaria Leone ha cercato di resistere con tutte le sue forze per opporsi a quell’uomo che tentava di violentarla. Il suo corpo senza vita è stato trovato un un oliveto di Castagneto Carducci, per terra, vicino ad un sentiero, seminuda. Lavorava in un ristorante poco distante, e di lei si erano perse le tracce dalle 22 di mercoledì sera. Ilaria viveva a Donorativo con la mamma e con un fratello, Mattia di qualche anno più grande (i genitori sono separati). Donoratico è la frazione di Castagneto che dà sul mare, a circa sei chilometri dal paese.
l'analisi
Femminicidio. Abbiamo dovuto inventarci una parola che descrivesse adeguatamente una ferocia che sembra non conoscere limiti e fine. Nel mirino le donne, meglio se molto giovani oppure sole. Già, sole. Nei racconti di chi ha subìto violenze, di ogni natura e tipo, c'è sempre un comune denominatore: la solitudine. Donne che cercano aiuto ma non vengono credute, o il loro racconto e di conseguenza il pericolo sottovalutato. Donne che vengono lasciate facile preda dei loro aguzzini, nei confronti dei quali lo Stato si muove (e non sempre) quando ormai non c'è più nulla da fare se non piangere la loro scomparsa. Servono leggi diverse, più severe, e comunque cominciare ad applicare il massimo delle pena, e non più il minimo. Basta con il concedere tutte le attenuanti e gli sconti di pena a gente che si macchia di questi odiosi e feroci reati. Stalker, stupratori, pedofili, molestatori, mariti aguzzini: devono essere messi in condizione di non nuocere. I garantisti ad ogni costo spesso dicono che è meglio un colpevole libero di un innocente in galera. Beh, forse oggi dovremmo almeno dire che, in caso di dubbio, è sicuramente meglio un presunto colpevole braccato e tenuto sotto controllo di un colpevole libero di agire indisturbato. Non a caso proprio oggi il presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta: "Le donne", ha detto, " continuano a morire per mano degli uomini e per molti è sempre solo una fatalità, un raptus, un incidente. Se questo accade è anche perché chi poteva farlo non ha mai sollevato il tema a livello più alto, quello istituzionale".
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