Don Mazzi: Adesso spero che i compagni di Carolina imparino il valore dell’amicizia
Sostiene Don Mazzi: La scelta della Procura dei Minori di Torino di accusare otto minorenni, tra i 15 ed i 17 anni, di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico riporta d’attualità una domanda per nulla scontata: quale è stata la vera causa della morte di Carolina, bella, brava, solare, esuberante ed estroversa quattordicenne di Novara?
I suicidi, soprattutto di adolescenti, spiazzano sempre noi adulti, bisognosi di chiarezza, logicità e causalità ben definite. È strano che dopo tante tragedie di questo genere, siamo ancora così lontani dall’umiltà e dal rispetto minimo necessario per non peggiorare o moltiplicare simili tragedie?
Mi tornano alla mente le parole del Parroco ai funerali, quando, spiazzando un po’ tutti, disse: “Sospendiamo i perché. Non impantaniamoci tra le sofferenze di ciò che non sarà mai spiegabile. Sono domande al vento che servono soltanto a torturarci”. Non un invito per farci tacitare, ma l’unico degno di una persona saggia e adulta.
Essere sereni, trasparenti, lontanissimi dal lanciare segnali di disagio e qualche minuto dopo decidere di non vivere più, sono atteggiamenti noti. Le esplosioni e le implosioni adolescenziali sono dilanianti in un impianto psichico inadeguato.
Dico spesso che l’adolescenza è un ponte che collega l’infanzia passata alla giovinezza intravista dall’altra parte. Su quel ponte senza sponde può accadere di tutto a tutti.
Noi adulti dobbiamo cercare di usare facebook, twitter e i social network non per allargare e peggiorare le situazioni, come diceva il Parroco, ma per cambiare, riflettere e trasformare i veleni, le cattiverie, le notiziole morbose in messaggi più positivi, solidali e preventivi.
Spero che questa brutta vicenda abbia fatto capire ai compagni di “Caro” che l’amicizia non ha bisogno di facebook e di cazzotti in piazza, ma di presenze serene, di confronti intelligenti, di intuizioni di cui solo gli amici sono capaci.
E, alla luce della scelta della Procura dei Minori di Torino, la cosa più urgente da fare sarebbe un approfondito dibattito allo scientifico Pascal di Romentino
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