Ammazza 19 italiani e 9 irakeni ma per l’onorevole grillina è una vittima
Vi ricordate la strage di Nassiriya, quella in cui a morire furono 19 italiani e 9 irakeni? Ad ammazzarli non fu uno scontro a fuoco, una battaglia come quelle che i nostri soldati, purtroppo, quando li mandiamo all’estero sono pronti ad affrontare a rischio della propria vita in qualunque momento. No, ad ammazzare i nostri soldati e gli irakeni che lavoravano nella base fu l’azione vigliacca a solitaria di un solo uomo, un kamikaze che si fece esplodere superando le barriere (secondo molti insufficienti) che dovevano proteggere la base. Uno dei tanti fanatici che hanno raccolto il messaggio di odio che in questi anni il fondamentalismo islamico ha seminato con successo e ha deciso di porre fine alla sua vita pur di compiere una strage. Pur di uccidere il maggior numero possibile di soldati senza dare loro nessuna possibilità di difendersi, di proteggere la propria vita.
Un’azione vigliacca ad opera di persone che hanno fatto una scelta precisa entrando nelle file dell’esercito più disprezzato e ignobile che abbia fatto la sua comparsa dalla notte dei tempi: quello dei terroristi, di chi sceglie di colpire alle spalle, di uccidere donne e bambini, di togliersi la vita pur di distruggere quella degli altri senza doverne affrontare le conseguenze, siano esse lo scontro in battaglia siano quelle derivanti dalla cattura.
“Per fortuna” che qualcuno si ricorda anche di loro e riesce a trovare una parola di conforto in memoria se non della loro azione almeno della loro misera vita, trovando proprio nelle umili origini e nella povertà giustificazione per il loro ignobile gesto.
Ed ecco quindi che nell’aula degli eletti dal popolo, il Parlamento dei sempre meno onorevoli, le parole della deputata grullina Emanuela Corda appaiono orribili e mai neppur lontanamente giustificabili.
Dice, l’onorevole Corda: “Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch’egli fu vittima oltre che carnefice. Un’ideologia criminale lo aveva convinto che quella strage fosse un gesto eroico e lo aveva mandato a morire – ha detto riferendosi al kamikaze che piombò sulla base italiana a bordo di un automezzo imbottito di esplosivo -. E non è escluso che quel giovane, come tanti kamikaze islamici, fosse spinto dalla fame e dalla speranza che quel suo sacrificio sarebbe servito per far vivere meglio i suoi familiari, che spesso vengono risarciti per il sacrificio del loro caro”.
Così parlò l’onorevole Emanuela Corda, deputata grillina legittimamente eletta del popolo e ignobilmente ancora al suo posto.
Attendiamo ora la sua difesa nei confronti dei boss mafiosi e dei loro killer, autori di tante stragi compiute forse perché provenienti da famiglie povere, senza alcuna possibilità di vivere dignitosamente e di far studiare i propri figli.
E perché no, dei terroristi di ieri e di oggi, figli sfortunati di una società che li ha consegnati nelle mani dei cattivi maestri. E via via fino a riscoprire che, in fondo, anche le mani più insanguinate della storia da Gengis Khan a Torquemada , dal Pol Pot a Hitler, meritano di essere mondate dal nostro incondizionato perdono.
Complimenti vivissimi, onorevole Corda. Mi sbaglierò ma credo davvero che potremmo far a meno della sua presenza in Parlamento.
nessun commento
Lascia un commento
Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione nei limiti di buona educazione e nitiquette