Silvio, Ruby, Ilda E il futuro dell’Italia
Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci. La manifestazione di sabato a Brescia ha dimostrato, ancora una volta, che il destino del governo Letta e di conseguenza quello del nostro Paese, è strettamente legato alle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi.
Sbaglia, a mio avviso, chi ritiene infatti che tali vicende/vicissitudini rappresentino solo una questione privata dell’ex presidente del Consiglio, e che una o più condanne nei processi in corso non provocherebbero conseguenze politiche rilevanti.
Sbaglia se non altro perché non tiene conto che Berlusconi, piaccia o no, è stato votato da circa un terzo degli italiani che ha scelto di essere rappresentato da Pdl e Lega alle scorse elezioni politiche. E non si può certo opporre che questo voto di fiducia non abbia tenuto conto della sua situazione giudiziaria, visto che le pendenze di Berlusconi con la giustizia non risalgono certo a ieri. Anzi, mai come in questi mesi,ce n’è uno che tiene particolarmente banco, il processo Ruby, dove l’ex premier è imputato di prostituzione minorile e concussione e, in caso di condanna (che lui stesso reputa scontata) rischia da un minimo di 5 a un massimo di sette anni di carcere.
Per i pochi che non lo ricordassero Berlusconi è accusato di aver compiuto, tra il 14 aprile e il 2 maggio 2010, atti sessuali a pagamento con la Karima El Mahroug, quando la ragazza aveva 17 anni mentre l’imputazione di concussione si riverisce alle presunte pressioni che Berlusconi avrebbe fatto la sera del 27 maggio 2010 sui vertici della Questura di Milano affinché la marocchina fosse affidata, come poi avvenne, all’allora consigliera regionale del Pdl in Lombardia Nicole Minetti e non ad una struttura di accoglienza per minorenni.
Dove stia la verità in questa vicenda, non spetta certo a me trovarla.
Cene eleganti, come sostiene da sempre Silvio Berlusconi oppure un vero e proprio “sistema prostituivo” ideato e messo a punto e infine gestito persino da persone con “un importante ruolo nelle istituzioni” come in questo momento sta ribadendo il Pm Ilda Bocassini nella sua requisitoria in corso al processo di Milano?
Mai come in questo caso si può dire che l’opinione pubblica sia spaccata, tra innocentisti e colpevolisti. I primi sicuramente divisi, in percentuali da definire, tra quelli assolutamente schierati con la versione della difesa di Berlusconi che ha sempre parlato di eleganti serate dove il massimo della trasgressione poteva essere rappresentato da una suonata al pianoforte. E quelli invece disposti ad ammettere che “qualche cosa in più ci sarà anche scappata, ma in fondo sono fatti privati di Berlusconi. In fondo, beato lui che si diverte”.
I colpevolisti, e Ilda Bocassini pare proprio non avere dubbi in proposito, raccontano invece tutta un’altra storia. Fatta di un vero e proprio “sistema prostituivo” che, sfruttando il miraggio della televisione, era rivolto a reclutare un numero sempre maggiore di ragazze pronte a prostituirsi in cambio non solo di soldi (dai 2000 ai 5000 euro, le famose buste con “l’aiutino”, tanto per usare un termine di moda in tv) ma anche attratte dal miraggio di poter diventare ricche e famose grazie ad una rapida e sfolgorante carriera tv.
Un piccolo esercito eterogeneo, quello delle ragazze di Arcore, che spaziava sempre secondo la Bocassini, da ragazze di buona famiglia a vere e proprie professioniste della prostituzione (o escort, come si usa dire adesso). Extracomunitarie provenienti da Paesi poveri, ma anche disinibite fanciulle nostrane, laureate e autosufficienti, con in tasca il sogno di sbarcare all’Isola dei Famosi o al Grande Fratello. Passando magari per il meteo di Rete 4 o il reality di Italia 1. E nell’attesa del compimento del miracolo, perché no, farsi mantenere dal riccone di turno per l’occasione ribattezzato “papi”.
Tutto lecito, a prescindere dalla veridicità dei fatti, almeno fino a quando, introdotta secondo l’accusa da Emilio Fede, ad Arcore non fa la sua comparsa Karima El Mahroug, la giovane marocchina nota appunto come Ruby, che, sempre secondo la Bocassini, “agli organizzatori delle feste era ben noto che si prostituisse e che avesse meno di 18 anni”. “Nel momento in cui Karima viene portata ad Arcore, Emilio Fede sapeva che quella ragazza era minorenne, non poteva non saperlo. Possiamo immaginare che Fede non abbia avvertito Berlusconi che stava introducendo nelle serata di Arcore una minorenne?”
Una Ruby vittima, sempre secondo la Bocassini, “del sogno italiano in negativo, quello che hanno le ragazze delle ultime generazioni in Italia , i cui unici obiettivi sono “entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi”.
Fino a qui la cronaca aggiornata del processo, che può appassionare oppure no, e per inciso, a giudicare dagli ascolti piuttosto bassi dello speciale andato in onda in prima serata su canale 5 ieri sera ( 5,89% con 1.495 mila telespettatori, la metà di quanto ha fatto Report s Rai 3 e battuto persino dal telefilm di Rai 2) temo interessi a pochi.
Più preoccupanti (e qui sì che la nostra attenzione dovrebbe concentrarsi) i risvolti e l’impatto che questi processi potrebbero avere, come detto, su Governo e Paese.
Se il Pdl facesse venire meno il suo appoggio al Governo Letta si aprirebbe una stagione di incertezza e di instabilità spaventosa che finirebbe con aggravare, forse fatalmente, la nostra situazione economica, portando il Paese nell’ipotesi migliore nuovamente alle urne con una nuova legge elettorale, e in quella peggiore nuovamente nelle mani di tecnici e governicchi dalla tassa facile e tenuti sotto scacco da partiti di minoranza improvvisamente trasformati in ago della bilancia.
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