La criminologa avverte: “Grave pericolo di emulazione”
Un forte pericolo di emulazione. E’ questo, secondo la professoressa Simonetta Costanzo, criminologa e docente universitario, quanto rischia di provocare l’attentato di ieri a Palazzo Chigi.
“In questi mesi è stata messa in atto ad opera di movimenti politici e correnti di opinione nati sul web una vera e propria campagna di delegittimazione delle Istituzioni. Complici i mass media che spesso hanno cavalcato il fenomeno dell’antipolitica, i soggetti più deboli sono stati “bombardati” da un’informazione a senso unico, volta proprio a identificare i politici quali unici responsabili della crisi economica”.
Secondo la professoressa Costanzo non è peraltro escluso che Luigi Preiti, disoccupato di 49 anni, separato da un paio d’anni dalla moglie e con un figlio di 11 anni, sia stato anche manipolato, in qualche modo sobillato, e portato a compiere questo gesto folle.
“Luigi Preiti è sicuramente un uomo esasperato, un giocatore d’azzardo che nella vita ha perso tutto. I soldi al gioco e la sua famiglia di rimando. Privo dei mezzi per tornare a giocare, crede di non avere più nulla per cui valga la pena di lottare, ormai in preda ad una sorta di angoscia persecutoria. E’ stato “condizionato”, si è esaltato in questo momento storico privo di stabilità. Si è sentito “sostenuto” dal clima di antipolitica, dai programmi che mettono i politici alla gogna a prescindere dal loro reale operato”
“Qualcuno, continua la professoressa Costanzo”, lo ha definito un “mass murder”, ossia uno di quegli assassini che, con le loro azioni, mirano unicamente a uccidere le persone. Ma non credo che sia questo il caso. Preiti, da buon giocatore, si è preparato di tutto punto, in giacca e cravatta con tanto di pistola con matricola abrasa e ha voluto colpire i carabinieri in quanto simbolo dello Stato. In una giornata come quella di ieri, con alcuni ministri che addirittura arrivavano a piedi, non mi convince la tesi che lo vorrebbe “ripiegare” sui militari perché non trovava politici”.
“Leggo, conclude la professoressa Costanzo” che il figlio undicenne del Preiti sia già stato intervistato dai giornalisti. Raccomando a tutti di tener ben presente la necessità di proteggere, in questa terribile vicenda, un bambino che in questo momento si trova suo malgrado travolto da emozioni terribili e contrastanti”.
Intanto via twitter c’è anche chi, come Sabrina Guzzanti, crede nell’ipotesi di complotto, ordito però dallo Stato. Così infatti la Guzzanti commenta la sparatoria di ieri davanti a Palazzo Chigi: “quello di ieri è stato un fatto preparatorio a nuove forme di repressione senza cui non potrebbero realizzare i programmi”
l'analisi
Le parole di figlio di Preiti, carpite dai giornalisti fuori dalla sua abitazione, non possono che commuovere e preoccupare. Commuovere per il sentimento d'amore di un figlio nei confronti di un padre colpevole, preoccupare perché il bimbo in questo momento ha bisogno, più di chiunque altro, di essere protetto. Soprattutto dalle domande dei giornalisti
Mi è capitato di vedere poco fa l’intervista al bambino e di leggere questo interessante articolo. Condivido tutto in pieno, specie sul fatto che il bimbo doveva essere tutelato. Chiedere proprio a lui cosa sia frullato in testa al padre in quel momento terribile mi ha amareggiata. Un saluto Milo!
Non riesco a capire come si possa intervistare un bambino su un argomento così difficile e tragico. Non c’è più rispetto neppure dei bambini… è veramente una cosa triste.
Un saluto Milo e complimenti!
Grazie Paola, a presto